Centro Studi Naturopatici

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domenica 27 novembre 2011

La stazione del cuore (Qalb) dall'estinzione dell'ego all'amore per la vita

Nella prima parte di questo lungo post, dedicato ai metodi Sufi di autoguarigione, abbiamo messo in evidenza che, a seconda della progressione personale a livello cognitivo emozionale, l'uomo può trovarsi ad un certo stadio (stazione) di progressione spirituale che lo può portare a sperimentare patologie diverse legate a quella situazione psichica. La prima stazione detta Nafs è la stazione dell'ego e degli istinti. L'uomo, per affrancarsi da essa e progredire nella conoscenza di se stesso e del mondo, dovrebbe imparare la disciplina, mettendosi così al riparo dall'evolvere di patologie strettamente legate alla personalità egotica e al caos psico emozionale. La seconda stazione evolutiva nella cultura Sufi è detta Qalb o stazione del cuore . Secondo la tradizione Sufi La zona del cuore (Qalb) è disposta nell’area del plesso solare, del cuore e del fegato. La stessa parola “Qalb” è traducibile anche con anima, comprensione, cordialità, sincerità e purezza. Questa stazione si caratterizza per l’amore assoluto della vita e per la piena accettazione del mondo così com’è. Esteriormente sembra che l’uomo dimorante alla stazione del cuore non sia turbato da nulla e nella nostra cultura sarebbe identificato come un ottimista incorreggibile. Ma, per quanto possa sembrare strano, anche questa stazione può essere causa di malattie. Infatti l’amore impetuoso per il mondo è simile al fuoco incontrollato che brucia tutto attorno. Spesso, questo amore si traduce nella incapacità di vedere i bisogni e le aspettative del prossimo e diventa quindi causa di incomprensione e di distacco. Possono così comparire disturbi nervosi, il lavoro dei reni è disordinato, il mal di testa è frequente. Ciò dipende dalla pronunciata instabilità mentale delle persone che si trovano alla stazione del cuore. Per la tradizione Sufi ,le malattie causate dall’influenza del Nafs sono difficilmente curabili, ma le persone che hanno il loro sviluppo spirituale situato alla stazione del cuore possono essere guarite. Con l'aiuto di una pratica costante e di un maestro, il cuore può essere pulito e diventare ricettivo e tranquillo. Raccontano i maestri Sufi che, in antichità, le donne che avevano ricevuto una brutta notizia o custodivano nel cuore un sentimento amaro, andavano alla riva del fiume a raccontare il loro dolore rivolgendosi alla corrente . L’acqua corrente portava via tutto il nero che c’era sull’anima. È quindi molto importante non tenere nel cuore dei sentimenti negativi. Un uomo che non sa come sbarazzarsi correttamente delle emozioni negative, s’irrita per qualsiasi motivo, si infastidisce, si offende e danneggia in primo luogo sé stesso e la sua salute. Le sucessive tappe dell'evoluzione umana per la tradizione Sufi sono la stazione dello spirito (Ruh) legata alla comprensione e alla compassione e la stazione della prossimità all'Altissimo (Qurb) legata all'estinzione dell'ego e alla capacità del saggio di vivere in un mondo duale avendo compreso l'unità.

domenica 20 novembre 2011

IL SUFISMO un metodo che aiuta l'uomo a guarire (Prima parte)

Spesso nella nostra pratica professionale ci limitiamo a mettere in pratica tecniche di guarigione naturali che fanno parte da secoli della nostra tradizione, prima igienista e in seguito naturopatica, senza porci a confronto con altre realtà nate e cresciute in ambiti culturali diversi dal nostro. E' invece molto interessante notare che anche culture molto lontane dalla nostra sono giunte, magari per strade molto diverse da quelle da noi percorse, ad elaborare sistemi di educazione alla salute che integrano e arricchiscono il nostro bagaglio culturale e professionale e ci permettono di migliorare il nostro approccio ai bisogni di chi si rivolge a noi per un percorso di autoguarigione. Questo post mi è stato ispirato dalla lettura di un articolo di presentazione di un agevole libretto di Maurizio Cusani “ Curarsi e guarire con i Sufi” , di cui riporto gli aspetti che considero più qualificanti dal punto di vista del naturopata. Ritengo infatti che il grave errore, che tuttora rischiamo di fare quando approcciamo le problematiche di chi si rivolge a noi da un punto di vista professionale, sia quello di porci di fronte alla persona solo ed esclusivamente valutando il suo stato di salute psico fisica da un punto di vista funzionale, tralasciando il suo rapporto con il mondo e, soprattutto con il suo essere spirituale (inteso in senso assoluto e non confessionale). Il Sufismo è un'importante corrente del misticismo islamico che si propone di recuperare lo spirito originario dell'insegnamento di Maometto, deplorando l'esteriorità per attingere ad un'altra dimensione, specificamente interiore. "Il Canto del derviscio" (Parabole della saggezza sufi) è una raccolta delle storie più significative dalle opere del grande poeta Jalaluddin Rumi, uno dei maggiori maestri sufi. Egli auspica un mondo senza libri e maestri, dove l'uomo possa raggiungere la verità in maniera semplice, guardando dentro di sé. L'uomo ideale di Rumi è già perfetto e non ha bisogno di cercare niente all'esterno: questo è il tipo di consapevolezza che deve sviluppare. Se ci riesce, capirà di includere già nel suo intimo il nucleo più autentico di ogni dottrina religiosa. Per questo grande poeta Sufi infatti, Dio non si trova sulla Croce, o nel tempio indù, o nella moschea, ma soltanto nel nostro cuore. Il Sufismo è quindi un antico orientamento pratico che si basa su un amore attivo per Dio e per il prossimo e che elabora dei metodi e degli esercizi che permettono all'uomo di essere consapevole della natura e dell’amore Divino e di stabilire delle relazioni armoniose col mondo, con le persone , con la natura e con sé stesso. Il Sufismo quindi non può essere considerato né una parola, né un concetto ma, piuttosto un metodo per una una vita armoniosa. Per il sufismo una persona nel suo sviluppo spirituale passa attraverso una serie di tappe, definite anche stazioni . I Sufi della tradizione Naqshabandiyya evidenziano quattro stazioni: il Nafs (l’egoismo, gli istinti animali), il Qalb (il cuore, l’emotività), il Ruh (lo spirito) e il Qurb (la prossimità all’Altissimo). Ciascuna stazione comprende un certo insieme di malattie che la caratterizzano e che possono essere contrastate prendendo coscienza della propria condizione e agendo di conseguenza. La maggior parte di noi si trova alla prima tappa (stazione del Nafs) dove si producono le malattie generate dal falso Io. Il concetto di “Nafs” è di solito tradotto con il termine ego o egoismo. Il Nafs o ego è insito in tutte le persone, cioè è parte integrante della natura umana. Il primo passo verso la comprensione di Dio nella pratica Sufi è il superamento del Nafs (dell'ego) che permette di conseguenza di prevenire le patologie ad esso correlate. A questo proposito riporto una parabola Sufi per chiarire meglio i concetti proposti. Una volta, un viaggiatore che camminava da molti giorni nella steppa deserta, trovò un sacchetto di monete d’oro ed era felice per questo ritrovamento straordinario. Quando l’entusiasmo iniziale passò, si guardò attorno impaurito per vedere se qualcuno l’avesse visto. Dietro ad ogni cespuglio, scorgeva occhi ostili. Nella sua testa correvano le immagini di un malfattore che avendolo scoperto e catturato, lo uccideva per recuperare la refurtiva concessa da Dio. Forse non dovevo prenderla per allontanarmi dal peccato? Tormentato da sentimenti contrastanti, in piedi, non aveva il coraggio di chinarsi sul sacco. Una voce al suo interno sussurrava: “Prendi il tuo dovuto! Non hai sofferto abbastanza? Fino alla fine dei tuoi giorni vivrai agiatamente, ben vestito e calzato, andrai sopra un bel cavallo e non camminerai dissanguandoti i piedi!”“Effettivamente, ciò non ti appartiene!” – obiettava un’altra parte della sua personalità. Probabilmente il viaggiatore sarebbe rimasto così per lungo tempo, se un maestro Sufi non fosse sbucato dal nulla proferendo: “Prendilo se lo hai trovato. Se scopri chi ha perso il sacco restituisciglielo senza chiedere alcun compenso, ma se dopo un mese il proprietario non si fa vivo, dividi la refurtiva con altri bisognosi come te”. Ad una prima lettura della parabola Sufi potremmo ritenere che la voce del primo Nafs abbia persuaso il viaggiatore a prendere il sacco d’oro, perché il suo vero Nafs lo tratteneva da tale atto. Ma il Nafs cioè l'ego non è una cosa così semplice. Entrambe le voci appartengono al Nafs (all'ego). La vera soluzione Sufi consiste nel trovare la via mediana che mantiene la persona in equilibrio. Il compito del Nafs cioè dell'ego è di indebolire con successo quest’equilibrio usando mezzi molto diversi e contrari: l’amoralità ma anche le norme sociali accettate comunemente. L’uomo, poiché possessore dei bisogni vitali, si trova alla stazione del Nafs (dell'ego) fin dalla nascita. Essendo dei bambini, siamo completamente in balia di questa stazione . Col tempo, il bambino che cresce e diventa adulto si abitua alle norme sociali e può controllare i suoi desideri. Purtroppo, molte persone restano alla stazione del Nafs per tutta la vita, poiché sono alla mercé degli istinti animali, dei divertimenti e dei piaceri. Senza una disciplina, non impariamo ad opporci a quest’influsso nefasto e ci trasformeremo infine in un essere irritabile, permaloso e piagnucoloso tormentato da varie malattie. La persona che si trova alla stazione del Nafs è predisposta a molte malattie : alcolismo, tossicodipendenza, dolori cardiaci, cancro, epatite, vista debole, eccesso di peso, depressione, ansia, ecc… Il Nafs è insidioso, obbliga l’uomo a lottare contro sé stesso e a combattere lo stesso Nafs, ma il risultato saranno i rimorsi di coscienza e le malattie. Ad ogni modo, per controllare con successo il Nafs l'uomo dovrà molto impegnarsi, praticando esercizi che sviluppano la volontà e la capacità di governare sé stessi. In questo modo l’uomo si sbarazza dell’influenza nociva del Nafs e passa alla stazione del cuore.

domenica 6 novembre 2011

Serata di approfondimento Sulla Alimentazione

Martedì 22 Novembre ALLE ORE 20,30 a Castelgomberto presso Palazzo Barbaran Sal azzurra terrò una conferenza dal titolo: LA ZONA : LA NUOVA ALIMENTAZIONE DIETA O NUOVO STILE ALIMENTARE ? Siete tutti invitati a partecipare per uno scambio di idee

La Permeabilità Intestinale

L'alterazione della permeabilità intestinale, conosciuta con il termine inglese leaking gut syndrome, è oggi considerata una delle cause all'origine di molte patologie quali: celiachia, infezione da Candida, morbo di Crohn, eczema atopico, problemi digestivi, fatica cronica, fibromialgia, psicosi, intolleranze e allergie alimentari, asma, emicrania, artrite e ,in generale, tutte le malattie autoimmuni. Come si può constatare scorrendo questo elenco, spesso, la leaking gut syndrome genera o alimenta malattie extraintestinali, che apparentemente hanno poco a che fare con l’intestino. Spesso gli stessi farmaci che vengono utilizzati per la cura di tali patologie sono in grado di aggravare la permeabilità intestinale sostenendo così il recidivare della patologia stessa o l'emersione di altre patologie correlate alla sindrome da permeabilità intestinale. Per tale ragione la valutazione dell'apparato gastrointestinale durante la prima consulenza presso il CSN è considerata di primaria importanza e fa parte integrante dell'anamnesi naturopatica assieme alla valutazione iridologica dell'area gastrointestinale. I cibi che assumiamo infatti possono diventare utili alle nostre cellule e ai nostri tessuti solo dopo esser stati digeriti ed assimilati e controllati dal nostro sistema immunitario che deve assicurare la separazione tra ciò che ci può essere utile e ciò che può danneggiarci. Infatti possiamo considerare l'apparato gastro intestinale la vera frontiera del nostro organismo e per questo motivo buona parte del Sistema Immunitario è collocato nei gangli linfatici dell'intestino e sulle sue pareti (Placche di Peyer nell'intestino tenue). Qui il nostro organismo ha concentrato oltre l’80% di tutto il suo sistema immunitario. Infatti , si potrebbe pensare che il teatro di questo scontro tra noi e le aggressioni esterne sia la nostra pelle, che ci ricopre come un involucro protettivo e definisce i nostri confini, ma non è così. Il maggiore contatto con l’ambiente esterno avviene invece nel nostro intestino, attraverso l’alimentazione. Per certi versi, tutte le volte che mangiamo siamo anche impegnati a difenderci dagli alimenti che consumiamo. Il nostro intestino ha questo meraviglioso compito di rendere self ciò che è non self e trasformare il cibo che mangiamo in elementi utili per la nostra sopravvivenza. Quando il sistema digerente funziona bene solo alcuni componenti, accuratamente selezionati e correttamente processati, posso attraversare la mucosa dell'intestino ed entrare nel flusso sanguigno. Ma quando le condizioni non sono ottimali può verificarsi uno stato di infiammazione della mucosa intestinale con conseguente diminuzione della sua capacità di permeabilità selettiva. Se a questa situazione si associa anche uno stato di disbiosi per la presenza di una flora batterica alterata e insufficiente, selezionata da anni di alimentazione scorretta e dalla assunzione di antibiotici, il tratto intestinale si carica di sostanze tossiche che sovraccaricano continuamente il sistema Immunitario, il quale col tempo può perdere la sua efficienza e causare varie disfunzioni e malattie. Una prima conseguenza di una permeabilità intestinale alterata è il passaggio attraverso la mucosa verso il torrente circolatorio di molecole formate da due o tre aminoacidi (dipeptidi e tripeptidi) che vengono in contatto con le immunoglobuline circolanti formando dei complessi immunitari. Questi complessi possono a loro volta entrare nei tessuti dove possono provocare infiammazione e innescare la cascata di eventi che poi porterà alla manifestazione di vari processi degenerativi. Ma la maggiore permeabilità permette anche a tossine, batteri, funghi e parassiti, che in condizioni normali non potrebbero passare, di superare la barriera protettiva ed entrare nel sangue. Se la quantità di queste sostanze che penetrano nell'organismo supera la normale capacità detossificante del fegato, seconda bariera di difesa posta tra il sistema digerente e il torrente circolatorio, si possono manifestare vari sintomi di tipo funzionale come confusione, perdita di memoria, mente annebbiata, sudorazioni improvvise che devono essere ben valutate da un punto di vista naturopatico. Anche quelle che molti definiscono intolleranze sono per lo più la conseguenza di un aumento della permeabilità intestinale. Le intolleranze non sono quindi reazioni verso qualcosa ma piuttosto un campo di disturbo alimentare cioè una condizione in cui il corpo letteralmente non è più in grado di definire la netta separazione tra ciò che è esterno, e quindi pericoloso per la sua sopravvivenza, e ciò che è interno e quindi da difendere e preservare. Le cause che possono portare ad una Sindrome da Permeabilità Intestinale sono numerose, ma tra le più frequenti ci sono i gravi traumi, l’abuso di farmaci, le sostanze inquinanti che ingeriamo, lo stress, le emozioni negative, gli strapazzi fisici e una scorretta alimentazione. E' quindi essenziale mantenere sano il nostro sistema gastro intestinale per mantenerci in buona salute. L'approccio naturopatico alla sindrome da permeabilità intestinale è come sempre multidisciplinare e comprende una correzione alimentare, una corretta idratazione e l'utilizzo di integratori che da un lato aiutino a selezionare una flora intestinale sana e dall'altro riducano lo stato infiammatorio presente. Tra gli integratori più utilizzati possiamo ricordare i prebiotici (fermenti lattici) che devono essere scelti accuratamente perchè non risultino solo transienti ma riescano ad aderire alla mucosa intestinale e produrre colonie residenziali e i probiotici ovvero una serie di fibre in grado di nutrire la flora intestinale. A questi si associano inoltre integratori fitoterapici specifici a seconda della situazione soggettiva riscontrata.