Centro Studi Naturopatici

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mercoledì 6 aprile 2011

L'acqua e l'equilibrio omeostatico dell'organismo


Il nostro corpo è costituito per la maggior parte d’acqua e la sua percentuale varia con l’età. Si va così da valori medi del 75-80% nel neonato a valori del 40-50% nell’anziano. Per funzionare il corpo umano ha bisogno di poter contare costantemente sulla presenza di una quantità ben determinata di acqua ed è per questo che il nostro bilancio idrico deve sempre essere mantenuto in equilibrio . L’organismo si regola automaticamente al fine di garantirsi il giusto apporto idrico. Se l’acqua è presente in eccesso viene smaltita attraverso la sudorazione, le urine e le feci, mentre, se e' in difetto, viene reintegrata attraverso l’acqua bevuta e quella contenuta negli alimenti. Il segnale che permette all'organismo di mantenere l'omeostasi idrica e' la sete. Sembrerebbe scontato che questo segnale sia efficiente in ognuno di noi ma, purtroppo, non e' così. L'evoluzione del nostro stile di vita da agricolo rurale ad industriale urbano ha progressivamente alterato nel nostro organismo sia il segnale determinato dalla sete sia il segnale determinato dalla fame. Passando da una alimentazione basata su cibo auto prodotto ad una alimentazione che potremmo definire industriale, abbiamo introdotto importanti modificazioni nella composizione dei nostri alimenti che hanno influenzato profondamente questo segnale così importante per la nostra salute. In questi ultimi decenni la nostra alimentazione si e' arricchita, fuori misura, essenzialmente di due costituenti : carboidrati e sale. Se il primo e' il diretto responsabile dell' enorme carico glicemico che i nostri organismi subiscono, il secondo e' responsabile della nostra attuale incapacità a percepire la sete. Nell’uomo le perdite idriche sono mantenute nell’ordine del 2% del peso corporeo, quando superano lo 0,5% insorge il bisogno di bere, stimolo che è sempre bene assecondare. Purtroppo una alimentazione particolarmente ricca di sale comporta una relativa ritenzione idrica da parte dell'organismo allo scopo di diluire tutto questo sale che potrebbe essere potenzialmente dannoso per l'organismo. Questo comporta la scomparsa di un corretto segnale di sete. E' quindi necessario, Per poter raggiungere la giusta quantità d’acqua da assumere quotidianamente, non fidarsi completamentedi della sensazione che attualmente proviamo perché, quando si avverte il bisogno di bere, l’organismo è già disidratato. E' bene quindi bere regolarmentea piccole quantità d’acqua durante tutta la giornata tenendo conto che l'organismo necessita giornalmente di circa 2 litri e mezzo di acqua in condizioni di riposo. Questo quantitativo viene raggiunto attraverso l'assunzione di circa un litro e mezzo di acqua e il restante viene in parte assunto con i cibi ed in parte generato dall’organismo stesso attraverso i processi biochimici legati al proprio metabolismo interno. Ma rimane ovviamente essenziale recuperare un efficiente stimo alla sete attraverso un radicale cambiamento nello stile alimentare che anche in questo contesto diventa fondamentale per il mantenimento di una salute migliore. Infatti se prendiamo in considerazione anche solo alcuni aspetti legati alla relativa disidratazione del nostro organismo ci rendiamo conto di quanto delicato sia il tema del giusto apporto idrico per il nostro organismo. Ad esempio se l’assunzione idrica è insufficiente l’acqua non arriva nell'intestino in quantità tale da nutrire completamente la flora e da reidratare la mucosa intestinale con la conseguente comparsa di deficit funzionali della mucosa stessa e perdita di vitamine provenienti dalla euflora intestinale. Se spostiamo la nostra attenzione all'interno dell'organismo, un deficit cronico di idratazione è in grado di danneggiare, ad esempio, le cartilaggini dlle articolazioni aprendo la strada all'artrosi.
Esistono diverse teorie in merito al momento della giornata in cui è meglio bere l’acqua. Alcuni sostengono che il momento migliore sia la mattina presto,prima della colazione. In questo senso è scientificamente accertato che bere uno o due bicchieri d’acqua al risveglio svolge un effetto lassativo. Altri affermano che l’acqua se bevuta dopo pranzo aiuta a contrastare la fatica.Va smentita, poi, una radicata credenza secondo la quale bere durante i pasti fa male alla digestione.In realtà, l’acqua a piccole dosi stimola la secrezione gastrica e berne fino a mezzo litro durante il pasto non interferisce con i tempi di digestione. L’importante, però, è che si mastichi il cibo a lungo e senza fretta prima di ingerirlo. Bere acqua tra un pasto e l’altro agevola alcune importanti funzioni dell’organismo come la diluizione del sodio ingerito con i cibi e la funzionalità intestinale e renale. Quindi dobbiamo bere spesso e a piccoli sorsi, non bere mai in fretta ed evvitarel’acqua gelata. Inoltre è necessario scegliere l'acqua adatta a ciascuno di noi. Basti pensare alla scelta dell'acqua in età pediatrica in cui il fabbisogno idrico giornaliero è notevolmente elevato. E' quindi necessario per loro un adeguato apporto idrominerale per coprire i loro fabbisogni e soddisfare le esigenze di crescita sia in condizioni fisiologiche che in corso di malattie.Per questo motivo il consumo di acqua dovrebbe essere cospicuo fin dai primi mesi di vita e aumentare rapidamente con l’aumentare dell’età dei bambini. Le acque minerali consentono difatto una comprovata sicurezza di impiego, legata a una composizione costante, come indicato in etichettae e ai controlli periodici. Il confezionamento delle acque stesse poi, nel rispetto di norme igieniche,è tale da garantire una perfetta conservazione delle fondamentali caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche.
È quindi importante sapere come vengono classificate le acque minerali per conoscere i loro principali requisiti e di conseguenza consigliarne l’impiego nelle diverse situazioni fisiologiche o patologiche. Le acque minimamente mineralizzate ed oligominerali, in età pediatrica,trovano una indicazione al loro utilizzo nella ricostituzione del latte formulato e nella diluizione del latte vaccino. Infatti, grazie alla loro ipotonicità, esercitano una notevole azione solvente, migliorandola dispersione dei lipidi contenuti nel latte. Inoltre determinano una minore osmolarità delle miscele lattee e quindi un minore carico renale di soluti. Le acque minimamente mineralizzate ed oligominerali possiedono anche un potere tampone significativamente minore rispetto alle acque mediominerali e minerali propriamente dette e di conseguenza richiedono un minore impiego per raggiungere il pH ottimale per l’attività peptica. Ma la scelta dell'acqua corretta è anche importante in altri momenti della vita, soprattutto se ci sono problemi di calcolosi renale o una predisposizione alla calcolosi, facilmente identificabile iridologicamente. Basti pensare che circa un milione di italiani soffre di questa malattia, che interessa
tutte le fasce d’età, ma diviene più frequente dopo i 65 anni. Cura e prevenzione si basano su una alimentazione corretta limitando i cibi ad elevato contenuto di proteine animali (Carne, acciughe, crostacei, fegato e selvaggina) evitare bevande
alcooliche , thè, succhi di frutta ma soprattutto bere molta, molta acqua, non meno di 2 litri nella stagione fredda e tre nella stagione calda perchè l’obiettivo è quello di eliminare almeno due litri al giorno di liquidi con le urine. La restante quota va frazionata nel corso della giornata, avendo cura di bere 1 bicchiere prima di coricarsi. Fra le acque minerali in commercio sono da preferire quelle a basso residuo fisso e povere di sodio. Sono quindi indicate acque minimamente mineralizzate
ed oligominerali le quali non hanno la funzione di solubilizzare i fosfati e ed ossalati che formano i calcoli bensì di favorire la loro eliminazione. Fra queste l’acqua di Fiuggi sembra possedere anche proprietà disgreganti il calcolo per
la presenza nell’acqua di una particolare molecola, chiamata “acido fulvico”.
Molta attenzione deve essere posta alla prevenzione delle recidive, infatti a 1 anno dal primo episodio si ha una ricaduta nel 10% dei pazienti e a 5 anni la percentuale
di persone che ha formato nuovi calcoli sale al 50%. Fondamentale quindi mantenere
l’abitudine di bere sempre non meno di 2 litri di acqua al giorno. Per concludere possiamo ricordare che numerose malattie cardiovascolari, come molte altre affezioni che presentano un andamento degenerativo- progressivo, riconoscono fattori predisponesti sia di tipo ereditario familiare che ambientale e comportamentale. Un miglioramento dello stile di vita che comprende una corretta alimentazione una costante attività fisica , l’abolizione del fumo, la riduzione di alcool e caffè, il controllo del peso corporeo e l’eventuale impiego di integratori specifici sono importanti per prevenire queste patologie. Tra le strategie che si devono adottare in prevenzione a tali patologie possiamo inserire anche l’impiego delle acque minerali.