Centro Studi Naturopatici

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giovedì 12 aprile 2012

Nuove strategie per contrastare l'invecchiamento : il progetto DANI

Ho letto sulla rivista della società italiana di gerontologia un interessante articolo pubblicato dal centro ricerche di biologia e patologia dell'invecchiamento dell'università di Pisa ,dedicato ai più recenti studi sulla restrizione calorica e sulla ricaduta che questo stile di vita può avere nel contrastare l'invecchiamento cellulare. L'invecchiamento può essere definito come una progressiva decadenza delle nostre strutture e delle loro relative funzioni che si associa ad una ridotta capacità di adattamento agli stress ambientali sia fisici che psichici ed ad un aumento di probabilità di contrarre malattie. I gerontologi hanno ormai determinato con precisione che le alterazioni delle nostre funzioni sono causate dallo sbilanciamento tra i fattori che determinano il danno biologico ( sia endogeni come le intossinazioni da radicali liberi e scorie del metabolismo sia esogeni come ad esempio il danno da foto invecchiamento della pelle) e l'efficienza dei processi riparativi a livello cellulare. L'effetto di questo sbilanciamento si traduce in un accumulo di mutazioni che comporta una alterazione progressiva delle funzioni cellulari. Si può quindi affermare che l'invecchiamento cellulare sia alla base di tutte le malattie cronico degenerative che colpiscono l'uomo a partire dai trenta anni. Tuttavia bisogna anche ricordare che gli studi di genetica hanno evidenziato che la longevità individuale è determinata solo per il 30% dal patrimonio genetico e che il 70% è invece attribuibile agli stili di vita adottati e ai fattori di protezione che, giorno dopo giorno, contribuiscono alla salute delle nostre cellule. E' quindi evidente che si può combattere efficacemente l'invecchiamento solamente quando si è ancora relativamente giovani ma che ad ogni età è possibile proporre un percorso legato allo stile di vita in grado di contrastare l'avanzare dell'età e le sue conseguenze. Molti studiosi ad esempio ritengono che l'invecchiamento dipenda in larga misura dalle alterazioni prodotte dai superossidi sulle nostre membrane cellulari. Le nostre cellule infatti producono energia a partire dagli alimenti ma il meccanismo non è perfetto. Circa il 99% dell'ossigeno consumato dai mitocondri, vera centrale energetica della cellula, produce energia pulita, ma l'1% genera superossidi definiti ROS in grado, nel tempo, di causare danni ingenti alle membrane cellulari. L'assunzione di anti ossidanti a dosi importanti può, per questo, essere una buona strategia di intervento soprattutto sull'anziano dato che in questi soggetti le capacità riparative insite nelle cellule sono ormai poco efficaci. Nelle persone giovani invece lo spazio per un intervento anti invecchiamento va ricercato a livello dei meccanismi di riparazione cellulare. Le cellule infatti presentano dei meccanismi di riparazioni efficaci ma imperfetti, attivi sia a livello molecolare che a livello cellulare. L'1 per 10.000 delle mutazioni che avvengono ogni giorno a carico del nostro DNA sfugge ai meccanismi riparativi e quindi ogni giorno una nuova mutazione si accumula a livello del nostro materiale genetico cellulare. Ciò comporta un accumulo progressivo nelle cellule di organuli alterati che comporterà nel tempo una progressiva perdita di efficienza con naturale morte della cellula senza la possibilità di essere rimpiazzata. La rimozione di questi organuli alterati (soprattutto i mitocondri) è indispensabile per la loro sostituzione con organuli efficienti e non compromessi ma può avvenire solo se la cellula si trova in una condizione di stress metabolico per mancanza di cibo dall'esterno che la mette nella condizione di dover degradare alcune componenti proprie(autofagia) per far fronte alle proprie esigenze energetiche. Di regola ciò avviene solamente quando l'organismo è a digiuno e sente fame. L'aspetto più interessante è che la funzione della autofagia è modulabile attraverso l'alimentazione essendo ormonalmente repressa da elevati livelli di insulina e da una dieta costantemente abbondante. Per vivere a lungo e sani bisogna quindi saper sopportare la fame, di tanto in tanto, limitando l'apporto calorico, fin da quando si è giovani. I quattro pilastri per una azione anti-invecchiamento di medio lungo periodo sono quindi: 1. la restrizione calorica 2. l'esercizio fisico 3. l'elevato apporto di pesce e acidi grassi poli-insaturi 4. l'assunzione di cibi ad elevato contenuto di antiossidanti di origine vegetale. Tutte le ricerche effettuate sulla restrizione calorica sono concordi e hanno evidenziato che questo comportamento è in grado di contrastare l'invecchiamento in tutte le forme viventi ritardando la comparsa delle malattie età associate e riducendone l'incidenza. Questi effetti si riscontrano anche sull'uomo e molti indizi fanno pensare che sia gli interventi alimentari che l'esercizio fisico associato attivino i processi di autofagia cellulare favorendo la degradazione delle componenti cellulari danneggiate e preparando il terreno per la loro sostituzione con componenti efficienti. Si determina di fatto uno svecchiamento delle cellule e quindi dei tessuti dell'organismo con miglioramento netto delle funzioni cellulari e tissutali. La restrizione calorica agirebbe a livello degli organi mentre l'attività fisica svolgerebbe un ruolo importante sulla muscolatura. Gli esperimenti con i modelli animali hanno messo in evidenza che animali nutriti una sola volta al giorno dopo un lungo digiuno migliorano nettamente la loro salute e si allunga la loro vita. Durante la fase di digiuno si attiva l'autofagia che rimuove i materiali danneggiati mentre durante i brevi periodi di ipernutrizione con alimenti di alta qualità si attivano i meccanismi anabolici di recupero trofico che promuovono la sostituzione delle componenti danneggiate. L'abbondante disponibilità di cibo di buona qualità è un requisito altrettanto importante della stimolazione dell'autofagia ai fini del ringiovanimento dei tessuti dato che è essenziale per poter assicurare il rimpiazzo di tutti gli organuli perduti ed evitare l'atrofia dei tessuti. Nell'uomo lo stile di vita che più si avvicina a queste indicazioni è quello proposto da tutte le tradizioni religiose monoteiste come il cristianesimo e l'ebraismo che raccomandano moderazione alimentare (e quindi restrizione calorica) tutti i giorni e un digiuno di frequenza settimanale da continuarsi per tutta la vita che viene effettuato nel giorno prefestivo ( e quindi seguito dal pasto più ricco della settimana).