“Il tasso
di mortalità per ogni tipo di malattia e in particolare ... affezioni
cardiovascolari e cancro, è direttamente legato alla qualità dell’acqua
distribuita alla popolazione. Esso cresce in modo particolare quando le acque
sono molto mineralizzate e rese potabili artificialmente dopo trattamento
fisico ed aggiunte di prodotti chimici ossidanti”
Luis Claude Vincent
L’acqua è la sostanza fondamentale per la vita sul
nostro pianeta e per il benessere del
nostro organismo che è composto in una percentuale variabile dal 90% da acqua
nei bambini fino al 60% in età adulta. L’acqua è il solvente fondamentale per
tutte le nostre funzioni vitali come ad esempio lo svolgimento del processo
digestivo attraverso l’azione dei succhi gastrici e degli enzimi, la regolazione
dell temperatura corporea attraverso il sudore, lo scambio delle sostanze
nutritive dall’esterno all’interno delle cellule, lo svolgersi delle trasmissioni bioelettriche attraverso le
membrane cellulari. Per questo motivo Il nostro organismo possiede un efficace sistema
di gestione dell’equilibrio idrico per cui per ogni perdita di acqua dovuta a
sudore, urina ecc si dovrebbe attivare il segnale della sete che ci indica di
reintegrare l’acqua consumata. Spesso ciò non avviene perchè il nostro stile di
vita e alimentare fa sì che ci “dimentichiamo” di bere e creiamo così le
condizioni per una disidratazione progressiva del nostro organismo. Noi
possiamo reintegrare l’acqua sia direttamente, bevendo, sia indirettamente
attraverso l’assunzione degli alimenti, di origine vegetale e animale che ne
contengono al loro interno. Inoltre l’organismo produce una quota di acqua
definita come “acqua metabolica” provveniente dalle reazioni biochimiche che
avvengono costantemente nel nostro organismo. In media, per mantenere un giusto
equilibrio idrico dobbiamo introdurre circa 2,5 litri di acqua ogni giorno di
cui 1,5 litri sotto forma di acqua e 1 litro attraverso l’assunzione di
alimenti ricchi di questo elemento. L’acqua che possiamo utilizzare non è tutta
uguale anzi! Per questo motivo dovremmo prendere in considerazione attentamente
se l’acqua che introduciamo risulta essere di qualità.
Ma cosa si intende comunemente per qualità dell’acqua?
La qualità per la legge italiana viene definita come la rispondenza ad un
riferimento, ad una normativa alla quale un determinato prodotto deve
sottostare. Nel caso specifico dell’acqua
destinata al consumo umano lo standard è rappresentato dal Decreto
Legislativo 31/2001 che è attuazione della direttiva comunitaria 98/83.
Tale decreto prevede che le caratteristiche di un’acqua
siano definite dal soddisfacimento di 54 parametri: 2
“microbiologici”, 28 “chimici” (elementi indesiderabili e tossici, per i quali
sono fissati limiti imperativi di concentrazione), 21 “indicatori” (elementi
per i quali sono stabiliti valori consigliati che non dovrebbero essere superati)
e 3 di “radioattività”. Dal punto di vista legislativo, quindi, un’acqua è
considerata di qualità se
soddisfa dei canoni, condivisi a livello comunitario, di natura
igienico-sanitaria. Tali parametri riguardano gli aspetti microbiologici e chimico fisici. Una buona acqua da
bere infatti deve essere sicura, ovvero non contenere microrganismi o sostanze
in grado di nuocere alla salute umana. Questa può essere definita come la qualità
istituzionale dell’acqua dato che è completamente misurabile e quantificabile. Tuttavia
la qualità complessiva di un’acqua è determinata anche da altri aspetti che
possono essere legati per esempio all’impatto ambientale che l’acqua che
beviamo può determinare, ossia al consumo di risorse materiali, di energia e di
produzione di rifiuti . Tale aspetto è particolarmente critico per le acque in
bottiglia a causa del notevole impatto ambientale richiesto dalla produzione
dei contenitori in plastica, dal loro smaltimento e dal trasporto a distanza
dell’acqua confezionata. E’ ovvio che anche le acque di acquedotto
hanno un impatto ambientale, seppur diverso e minore rispetto a quelle in
bottiglia. Esso è dovuto ai materiali di rifiuto che si producono nei
trattamenti di potabilizzazione, ai reagenti chimici utilizzati, all’energia
richiesta dagli impianti e dalle perdite idriche che avvengono lungo la rete di
distribuzione. Ma per il consumatore la qualità dell’acqua che utilizza per il
suo sostentamento non può e non deve tenere conto solo di questi aspetti perchè
l’acqua
da bere deve essere anche “buona”, gradevole, senza sapori e odori estranei. Un concetto tanto semplice da essere ovvio. Ed è proprio questa la
principale criticità che viene evidenziata
per l’acqua di acquedotto, sicura
dal punto di vista sanitario ma troppo spesso carente nei caratteri organolettici quali il sapore
determinato dai residui di disinfettanti a base di cloro usati comunemente per
la potabilizzazione. Sembrerebbe che a questo punto tutti gli aspetti relativi
alla qualità dell’acqua ad uso potabile siano stati trattati nel presente
articolo......ma per la naturopatia
non è così! Devono
essere considerati anche altri parametri che ci possono guidare per la scelta
dell’acqua più idonea alla nostra salute. Le cellule infatti vivono e respirano scambiando nutrienti con
l’ambiente in cui sono immerse.
Se questo è pulito ed energeticamente equilibrato,
esse godranno di un efficiente apporto di nutrienti, una buona vitalità, una
notevole capacità di autorigenerarsi e guarirsi. Al contrario, un ambiente
squilibrato, ossidato ed elettrochimicamente sbilanciato, carico di tossine,
causerà un progressivo indebolimento delle cellule fino alla comparsa di
disturbi cronici e disfunzioni più o meno gravi. Il fatto
che l’acqua sia idonea da un punto di vista chimico fisico, microbiologico e
organolettico non ci dice molto sulla vitalità vibrazionale di questo elemento
tanto importante ed indispensabile per la nostra salute. Ma esiste un metodo
scientifico per misurare la vitalità vibrazionale dell’acqua? Ebbene sì da
oltre sessanta anni esiste una metodica scientifica sperimentata in Francia
dall’ingegnere idrologo Luis Claude Vincent e definita metodo della bioelettronica
di Vincent (BEV). Se la medicina ufficiale si occupa in
particolare dello studio e dell’analisi chimica e strutturale di campioni
biologici, la bioelettronica rivolge i suoi studi verso i fattori espressamente
più elettrici, elettromagnetici ed energetici delle soluzioni, proponendosi
come strumento con un’area d’azione differente e complementare rispetto alle
altre metodiche già conosciute. Questa tecnica di analisi è poco
nota e ancor meno applicata in Italia, mentre in altri Paesi, essa è
riconosciuta dal Sistema Sanitario pubblico e considerata come una tecnica
sanitaria che ha un fondamento certo e scientificamente provato. Essa utilizza
dei parametri chimico fisici che possiamo rilevare nelle etichette delle acque
minerali e precisamente : il PH l’ossidoriduzione
rH2 e la Resistività elettrica Rò. Nelle bottiglie di acque minerali possiamo
rilevare in etichetta il Ph e la conducibilità
da cui possiamo ricavare la resistività Rò mentre l’ossidoriduzione non viene riportata perchè considerata meno
attendibile ma spesso reperibile nelle analisi complete riportate nei siti
ufficiali delle case produttrici di acque minerali. Secondo la metodica BEV l’acqua
potabile dovrebbe avere i seguenti valori:
In sintesi,
secondo la metodica BEV, l’acqua da bere dovrebbe possedere le seguenti
caratteristiche: Valori
|
Limiti
nazionali di legge
|
Ideali
BEV
|
Inquinamento
microbiologico
|
Assente;
talora consentito in tracce
|
Assente
|
Inquinamento da metalli
pesanti e altre sostanze inquinanti
|
Consentite tracce
|
assente
|
Residuo fisso
|
1500 mg/l
|
< 120 mg/lt
|
pH
|
Tra 5.6 e 9
|
Tra 6,2 e 6,8
|
Ossidoriduzione
|
Non
determinata
|
Coefficiente Redox
tra 25 e 28
|
Resistività *
|
Non determinata
|
> 6.000 Ω (Ohm/cm)
|
(*):
Se un’acqua ha le caratteristiche di cui sopra, ma non la resistività ideale,
secondo la metodica BEV, benché tale acqua sia legalmente potabile, a lungo andare non nutre, anzi,
potenzialmente potrebbe danneggiare le nostre cellule.
Nella
metodica BEV, questi tre dati vengono rappresentati in un foglio di lettura
(vedi sopra), diviso in quattro quadranti. Il quadrante in basso a sinistra è
definito acido ridotto, quello in alto a sinistra acido ossidato. In basso a
destra alcalino ridotto, in alto a destra alcalino ossidato. Nella zona centrale
sussistono i valori vitali pertanto più la correlazione di questi parametri ci
porta verso il centro più l’acqua sarà vitale per l’organismo. I nostri tessuti
,che sono fatti per lo più da acqua, sono destinati ad orientarsi con il tempo verso il riquadro alcalino ossidato che è un
terreno potenzialmente ideale per le patologie cronico degenerative. Quindi una
alimentazione ed una idratazione ottimale anche da un punto di vista energetico
vibrazionale ci aiuterà a mantenere un terreno acido ridotto che compenserà questa
tendenza. Per esempio prendiamo in considerazione due acque minerali proviamo a
metterle a confronto rispetto ai valori ideali di BEV. Possiamo constatare che
la Plose è migliore della Sant.anna di Vinadio secondo il metodo BEV.
In sintesi, secondo la metodica BEV, l’acqua da bere
dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche: Valori
|
Ideali
BEV
|
Esempio:
Plose
|
Esempio:
S. Anna di
Vinadio
|
Inquinamento
microbiologico
|
assente
|
assente
|
assente
|
Inquinamento
da metalli pesanti e altre sostanze inquinanti
|
assente
|
assente
|
assente
|
Residuo
fisso
|
< 120 mg/lt
|
21 mg/l
|
39,2mg/l
|
pH
|
Tra 6,2 e 6,8
|
6,6
|
7,4
|
Ossidoriduzione
|
Coefficiente Redox
tra 25 e 28
|
27
(dichiarata in etichetta sul sito internet
“acquaplose.it”)
|
>25
Non dichiarata
|
Resistività*
|
> 6.000 Ω (Ohm/cm)
|
35.000 Ω
|
15197 Ω
|
A conferma della validità del metodo, sono stati pubblicati
oltre un milione e mezzo di analisi, da più di trent’anni, in numerosi Paesi
del mondo. I dati che sicuramente risultano essere reperibili e che ci danno
una buona approssimazione sulla qualità dell’acqua sono il PH, il residuo fisso
e la conducibilità in microsimens per cm convertibile in resistività espressa
in Ohom/cm dividendo il numero 1.000.000 per il numero indicato in etichetta
(micro Siemens/cm)
Tuttavia al fine della nostra
valutazione casalinga del valore vibrazionale ed energetico della nostra acqua ,fatti salvi i valori di potabilità, e accertato
un buon pH, ciò che conta veramente è il valore della resistività elettrica
dell’acqua perchè le nostre cellule possono impoverirsi di capacità di scambio
elettromagnetico, non acquisendo elettroni vitali e quindi ossidandosi. Tale
“nutrimento” è importante, ma poco considerato o non considerato del tutto da
certi settori della scienza moderna, anche medica. Per migliorare la qualità
dell’acqua che beviamo abbiamo due possibilità:
1)
Acquistare acque che presentino i parametri BEV
ottimali
2)
Modificare la qualità vibrazionale ed energetica dell’acqua
di casa adottando metodiche in grado di migliorare i parametri BEV della nostra
acqua del sindaco
.... Ma questo sarà argomento del
prossimo articolo. Buona giornata a tutti