Dr. Bevilacqua Marco Farmacista - Naturopata - Bach Practitioner - Consulente Nutrizionale
Centro Studi Naturopatici
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giovedì 20 ottobre 2011
Analisi Iridologica: strumento importante per il Naturopata
Torno a parlare di iridologia per mettere in risalto il grande aiuto che può dare questa disciplina al lavoro professionale del Naturopata. Egli ,infatti, occupandosi del terreno e dello stato energetico del proprio cliente, può trarre molte conferme alla anamnesi naturopatica che svolge durante il colloquio informale che deve sempre precedere qualsiasi intervento successivo. Per farlo prendo in considerazione l'iride sinistra di una cliente di 75 anni che presenta segni evidenti di diverticoli nell'area intestinale e che presenta un ogiva ma forse sarebbe più opportuno chiamarla lacuna ,come la definirebbe Gilbert Jausas , a ore 16,00 in prossimità del collaretto. Questa area corrisponde all'area del rene sinistro. All'interno della lacuna sono evidenti linee di guarigione. L'anamnesi naturopatica successiva mette in evidenza che la signora ha avuto un grave episodio di nefrite circa 45 anni fa . I segni relativi ai diverticoli si riscontrano su tutta l'area intestinale . I segni presenti sono particolarmente profondi e scuri evidenziando così una cronicizzazione del problema giustificata dall'eta' della signora. In questo caso non sono presenti segni di guarigione dato che il diverticolo e' di per se' una patologia che interessa la parete intestinale in maniera irreversibile. Una successiva colonscopia ha effettivamente evidenziato la presenza di numerosi diverticoli . L'analisi iridologica ,anche in questo caso, non può essere considerata diagnostica perché il segno rilevato poteva essere presente anche prima della effettiva emersione della patologia intestinale. Infatti il segno iridologico puo', per sua natura, essere predittivo di una debolezza d'organo che, non necessariamente, darà in seguito origine alla patologia stessa. In tal caso il segno si può presentare meno profondo.
venerdì 14 ottobre 2011
Alimentazione e Dermatiti
Con un’alimentazione adeguata è possibile prevenire gran parte delle dermatiti di origine allergica e prevenire le più comuni infiammazioni della pelle . L’eczema è la più comune delle malattie della pelle e rappresenta una particolare reazione infiammatoria della cute rispetto a vari fattori interni ed esterni. Con questa denominazione piuttosto generica si raggruppano numerose patologie ,le più comuni delle quali sono la dermatite da contatto, la dermatite atopica e la dermatite seborroica. La dermatite da contatto è una malattia professionale scatenata da sostanze specifiche presenti nell'ambiente di lavoro, frequente tra lavoratori che si trovano a maneggiare prodotti chimici particolarmente aggressivi. Si riconosce per una prima fase di sensibilizzazione, a cui segue la reazione cutanea in seguito al ripetersi del contatto con la sostanza responsabile della dermatite. Inizialmente la malattia si localizza nella zona della cute dove è avvenuto il contatto per poi svilupparsi in aree diverse. E' caratterizzata da diverse fasi: inizia con un arrossamento cutaneo , poi sulle chiazze compaiono delle vescicole, quindi, per rottura delle vescicole, vi è fuoriuscita dell'essudato sieroso. In seguito l’essudato si rapprende in croste ed infine, quando la lesione si avvia verso la guarigione, vi è un processo di cheratinizzazione con la formazione di squame. Se il processo si cronicizza per il persistere del contatto con la sostanza, la cute si ispessisce. La dermatite atopica è caratteristica di un terreno allergico che produce risposte abnormi rispetto a normali stimoli ambientali. Si associa spesso alla rinite e all’asma. Le lesioni sono più frequentemente localizzate sul viso, in prossimità delle pieghe di polsi, gomiti e ginocchia. Può manifestarsi a qualsiasi età ma è molto comune nei bambini e in metà dei casi sparisce entro i 18 mesi di età. La dermatite seborroica è caratterizzata da una alterazione della composizione del sebo che risulta più ricco di colesterolo, trigliceridi e paraffine. Nel lattante è anche detta crosta lattea e colpisce il cuoio capelluto; si manifesta con un arrossamento e chiazze grasse, squamose, giallastre. In ogni caso, vi è assenza di prurito. L’eczema, in particolare la forma allergica, colpisce dal 2,4 al 7% della popolazione. Due terzi dei soggetti interessati ha un’anamnesi familiare positiva e sono moltissimi i casi di miglioramento in seguito a cambiamenti nell’alimentazione. Molti studi hanno documentato il ruolo fondamentale delle allergie alimentari in questi disturbi, così come l’allattamento al seno è risultato fondamentale per la prevenzione. L’eczema può comparire nonostante l’allattamento al seno quando avviene un passaggio di allergeni attraverso il latte materno. In questi casi occorre richiedere alle madri di evitare di consumare gli alimenti a cui sono allergiche o di alimenti ellergizzanti. Spesso i responsabili dell’allergia sono latte e derivati, uova, arachidi e in misura minore cioccolato, frumento e agrumi, ma, teoricamente, qualsiasi cibo può essere causa di allergia per cui è bene verificare quale sia l’alimento che disturba attraverso test allergologici , test EAV oppure una dieta di eliminazione. Una semplice eliminazione di latte e derivati, uova, arachidi, pomodori, coloranti artificiali e conservanti determina una remissione almeno nel 75% dei casi. Nei soggetti che soffrono di dermatite atopica la mucosa intestinale è particolarmente permeabile per cui si ha un maggior carico antigenico sul sistema immunitario che è iperstimolato e questo porta al rischio di sviluppare ulteriori allergie o intolleranze alimentari. Un altro fattore importante sembra essere un’eccessiva proliferazione della Candida albicans (un fungo) nell’intestino. In questi casi, rimedi come l’estratto di semi di pompelmo, in grado di eliminare la candida intestinale, possono migliorare molte forme di eczema. Spesso, i soggetti che soffrono di dermatiti sono costituzionalmente più portati a soffrire di un’alterazione del metabolismo degli acidi grassi essenziali , pertanto si consiglia l’assunzione di alimenti ricchi di omega-3 come l’olio di pesce, o più semplicemente il consumo di pesce azzurro (sgombro, salmone, aringa), o di olio di lino spremuto a freddo. Altri alimenti curativi sono quelli ricchi in flavonoidi come il mirtillo (in frutti o come succo spremuto a freddo) e il tè verde. Anche lo zinco è un elemento importante nel metabolismo degli acidi grassi essenziali, bassi livelli di questo minerale sono comuni nei soggetti che soffrono di eczema, pertanto si consiglia il consumo di semi oleosi (sesamo, girasole, zucca, ecc) che ne sono particolarmente ricchi. Molto utile, in questi casi è anche l’integrazione con vitamina E ed A di cui sono molto ricchi l’olio di germe di grano, la frutta e la verdura di colore arancione. Infine bisogna evitare latticini e salumi.
martedì 20 settembre 2011
Alimentazione consapevole Serata di approfondimento
Il trenta settembre, presso la Sala Vecia Filanda di Cornedo Vicentino terrò una serata di approfondimento sul tema : Alimentazione Consapevole ... il sapore del sapere La qualità degli alimenti e l’attività fisica come chiavi verso
dimagrimento, salute e benessere.
giovedì 2 giugno 2011
Lasciare che le cose siano: Vivere con consapevolezza la nostra esistenza

Il Tao Te Ching è un libro sapienziale che molti studiosi considerano un insegnamento fondamentale sulla natura dell'esistenza e un vero e proprio aiuto per acquisire uno stile di vita che possa garantire pace ed equilibrio emotivo . Addentrarci nella profondità filosofica che racchiude questo antichissimo testo cinese ci permette di modificare radicalmente il punto di vista da cui osserviamo la natura e tutto ciò che ci circonda; ci permette inoltre di renderci consapevoli di quanto profondamente degna sia la vita che viviamo e di come il cambiamento che, lentamente, apportiamo al nostra respirare la vita si diffonda come un vento primaverile attorno a noi e compia autentici miracoli esistenziali nel nostro prossimo più vicino. In questa prima riflessione tenterò di commentare il primo capitolo che ci introduce il concetto di Tao:
Il Tao di cui si può parlare
non è l'eterno Tao.
Il nome che si può pronunciare
non è lo stesso nome.
Il Tao ha un nome e al tempo stesso ne è privo.
Senza nome è l'origine di ogni cosa;
con un nome è la madre delle diecimila creature.
Chi non desidera riesce a cogliere il mistero,
chi desidera ne vede solo le manifestazioni.
E il mistero stesso è la porta
che conduce ad ogni conoscenza.
Il primo capitolo si apre con dei concetti che per noi suonano paradossali proprio perchè noi occidentali tendiamo a considerare i concetti opposti come incompatibili tra loro o quantomeno antitetici. Il Tao Te Ching ci chiede innanzitutto lo sforzo di cambiare radicalmente il nostro modo di pensare e questo cambiamento ben presto si concretizzerà anche nella nostra esistenza. Per il Tao Te Ching il Tao è una dimensione inconoscibile a livello razionale ma allo stesso tempo reale e presente dentro ogni cosa. Quando noi esseri pensanti tentiamo di definirlo lo razionalizziamo nei termini del mondo fisico ma in questo modo riusciamo a coglierne solo l'immagine riflessa nello specchio della nostra mente. Dovremmo invece lasciare andare la nostra razionalità ed esercitare maggiormente il pensiero paradossale perchè secondo Lao Tzu (autore del Tao Te Ching) voler conoscere il Tao ovvero l'essenza dei fenomeni e lasciare che sia sono concetti diversi ed eguali allo stesso tempo. In effetti chi desidera vede solo le manifestazioni mentre chi non desidera riesce a cogliere il mistero. Basta pensare alle situazioni che nella vita implicano il volere per capire quanto esse siano diverse da quelle che comportano il lasciare : Voler dormire piuttosto che dormire realmente, voler fare attività fisica piuttosto che praticarla, voler seguire una dieta equilibrata piuttosto che magiare consapevolmente, volere amare piuttosto che amare. Per la legge del Tao non desiderare corrisponde a fidarsi e permettere che tutto sia come deve essere senza cercare di catalogare e sezionare le nostre esistenze. Come il mondo non è solo l'insieme delle sue parti nominate dall'uomo, così noi non siamo esclusivamente pelle, muscoli e fluidi che circolano incessantemente. Anche noi siamo l'eterno Tao, che anima invisibile il nostro corpo fisico. Dobbiamo imparare a lasciare andare, riconoscendo che molti dei nostri desideri coincidono con ciò che crediamo dovrebbe essere il nostro mondo, piuttosto che corrispondere a ciò che è in quel momento. Dobbiamo diventare osservatori che giudicano meno e ascoltano di più.
domenica 1 maggio 2011
Taoismo tra filosofia e scienza: il Tao Te ching Come guida per una vita più piena

La storia della medicina taoista inizia con la leggenda di due mitici imperatori: l'imperatore giallo Huang Di e l'imperatore rosso o divino agricoltore Shen Nong. La nascita della medicina è collegata a questi due imperatori perchè si narra che Huang Di ne stabilì i principi generali e contribuì allo sviluppo dell'agopuntura e della moxibustione, mentre Shen Nong fissò le prime conoscenze di dietetica ed erboristeria. Si racconta che Shen Nong sperimentò su di sè la natura dei cibi e
delle bevande. Ciò gli permise di apprezzare le proprietà curative di molte erbe, di scoprire molte piante medicinali e di studiare l'azione dei veleni e degli antidoti.
Questi due imperatori sono ricordati come gli autori dei due più importanti classici della medicina cinese: lo Huang Di Nei Jing o Classico di Medicina Interna dell'Imperatore Giallo e lo Shen Nong Ben Cao Jing o Classico di Materia Medica dell'Imperatore Shen Nong. Il primo è la Bibbia della teoria della medicina cinese, dell'agopuntura e della moxibustione, il secondo è il più antico trattato conosciuto di farmacoterapia. In realtà, le due opere furono compilate da autori sconosciuti nel primo millennio dell'era pre-cristiana dove furono raccolte, sintetizzate e schematizzate tutte le conoscenze tramandate dalle ere precedenti, sia oralmente che con testi scritti. In queste opere il Tao è descritto come l’origine dell’universo e dunque della materia mentre il concetto di energia si è sviluppato successivamente. Il Qi (energia) è definito come sostanza essenziale che compone l’universo : cielo, stelle, terra, vegetazioni, uomini. Per estrapolazione gli antichi taoisti hanno definito il nostro corpo come un piccolo universo. Il corpo stesso diviene riflesso della natura. I 12 meridiani principali sono grandi fiumi ed i meridiani curiosi sono laghi: quando vi è abbondanza d’acqua nei fiumi essa si riversa nei laghi, al contrario quando c’è scarsità d’acqua nei fiumi, i laghi vi riversano la loro acqua immagazzinata durante i periodi di sovrabbondanza. Gli stessi nomi cinesi dei punti di agopuntura fanno spesso riferimento alla natura. Il corpo è dunque un elemento dell’universo e, al tempo stesso, un microcosmo. Esso è costituito da diverse energie che si compongono con un ritmo preciso nel tempo. Una buona concordanza dei ritmi determina nell’uomo buona salute, una discordanza di ritmi porta a malattia. Se infine, per una ragione qualsiasi, vi è separazione avviene la morte. Finché le cose avvengono naturalmente, tutto è armonico e nulla turba l'equilibrio cosmico. Quindi L'uomo, se vuole vivere felice, deve seguire il Tao senza ostacolarlo. In questo senso, egli non deve agire, nel senso che non deve modificare l'armonia dell'universo. Se lo fa, allora non è più in accordo col Tao. Il principio della inazione (wu wei) non indica quindi il rimanere ozioso, senza far nulla, ma è piuttosto basato sul riconoscimento che l'uomo non è la sorgente di tutte le cose, ma lo è soltanto il Tao. La vita è vissuta bene solo quando l'uomo è in completa armonia con tutto l'universo e la sua azione è l'azione dell'universo che fluisce attraverso di lui. Il bene non viene compiuto dall'azione spinta dai desideri, ma dalla inazione (wu wei) che è ispirata alla semplicità del Tao;"Il Tao in eterno non agisce eppure non c'è nulla che non sia fatto". Il problema riguarda dunque il modo in cui si dovrebbe agire. La risposta è che si dovrebbe agire adottando la semplice via del Tao, non imponendo i propri desideri al mondo ma seguendo la natura stessa. L'uomo deve conoscere le leggi che regolano i mutamenti delle cose per conformarsi ad esse; conoscendo tali leggi, egli si renderà conto che è vano perseguire un fine diverso, poiché ogni cosa segue il proprio sviluppo, la propria intima legge. L'uomo deve liberarsi da ogni pensiero, passione, interesse, desiderio particolare per ritornare alla semplicità di quando era bambino; Vivere semplicemente vuol dire vivere una vita in cui è ignorato il profitto, lasciata da parte la scaltrezza, minimizzato l'egoismo, ridotti i desideri. Non bisogna cioè agire con artifici ne deformazioni ma lasciare che le cose si compiano in modo spontaneo e naturale, eliminando i desideri e lasciando che il Tao entri e ci pervada supererando così le distinzioni tra buono e cattivo. Ogni attività verrà dal Tao, e l'uomo diventerà uno col mondo. Questa è la soluzione di Lao Tzu propone nel Tao te ching al problema della felicità. È una soluzione che dipende soprattutto dal raggiungimento dell'unità col grande principio immanente della realtà, ed è perciò una soluzione mistica. Ma, in un certo senso la via Taoista per il raggiungimento della realizzazione del notro vero Sè, può darci molti spunti di riflessione su quale sia il modo migliore, anche nel ventunesimo secolo, di affrontare la nostra vita stressata e farla diventere una vita piena e degna di essere vissuta. Penso infatti che nessuna pratica salutistica, Naturopatia compresa, non possa condurci verso una vita pienamente sana se non affrontiamo un aspetto molto importante della nostra salute e cioè il nostro rapporto con noi stessi e con l'universo che ci circonda. Solo una piena consapevolezza ( non solamente razionale) del nostro Inter essere con il nostro pianeta e con le leggi che regolano il cosmo può portarci ad affrontare, con naturale serenità, anche le situazioni di disagio che possono attraversare il nostro percorso esistenziale aggiungendo salute emotiva alla salute fisica che andiamo ricercando con i percorsi salutistici che spesso ci imponiamo. Nei prossimi appunti di riflessione vorrei proporre un breve commento di alcuni passi significativi del Tao Te Ching in modo da affrontare quelle tematiche che per motivi di tempo vengono affrontate troppo poco spesso durante le consulenze ma che invece sarebbe opportuno approfondire.
giovedì 21 aprile 2011
mercoledì 6 aprile 2011
L'acqua e l'equilibrio omeostatico dell'organismo

Il nostro corpo è costituito per la maggior parte d’acqua e la sua percentuale varia con l’età. Si va così da valori medi del 75-80% nel neonato a valori del 40-50% nell’anziano. Per funzionare il corpo umano ha bisogno di poter contare costantemente sulla presenza di una quantità ben determinata di acqua ed è per questo che il nostro bilancio idrico deve sempre essere mantenuto in equilibrio . L’organismo si regola automaticamente al fine di garantirsi il giusto apporto idrico. Se l’acqua è presente in eccesso viene smaltita attraverso la sudorazione, le urine e le feci, mentre, se e' in difetto, viene reintegrata attraverso l’acqua bevuta e quella contenuta negli alimenti. Il segnale che permette all'organismo di mantenere l'omeostasi idrica e' la sete. Sembrerebbe scontato che questo segnale sia efficiente in ognuno di noi ma, purtroppo, non e' così. L'evoluzione del nostro stile di vita da agricolo rurale ad industriale urbano ha progressivamente alterato nel nostro organismo sia il segnale determinato dalla sete sia il segnale determinato dalla fame. Passando da una alimentazione basata su cibo auto prodotto ad una alimentazione che potremmo definire industriale, abbiamo introdotto importanti modificazioni nella composizione dei nostri alimenti che hanno influenzato profondamente questo segnale così importante per la nostra salute. In questi ultimi decenni la nostra alimentazione si e' arricchita, fuori misura, essenzialmente di due costituenti : carboidrati e sale. Se il primo e' il diretto responsabile dell' enorme carico glicemico che i nostri organismi subiscono, il secondo e' responsabile della nostra attuale incapacità a percepire la sete. Nell’uomo le perdite idriche sono mantenute nell’ordine del 2% del peso corporeo, quando superano lo 0,5% insorge il bisogno di bere, stimolo che è sempre bene assecondare. Purtroppo una alimentazione particolarmente ricca di sale comporta una relativa ritenzione idrica da parte dell'organismo allo scopo di diluire tutto questo sale che potrebbe essere potenzialmente dannoso per l'organismo. Questo comporta la scomparsa di un corretto segnale di sete. E' quindi necessario, Per poter raggiungere la giusta quantità d’acqua da assumere quotidianamente, non fidarsi completamentedi della sensazione che attualmente proviamo perché, quando si avverte il bisogno di bere, l’organismo è già disidratato. E' bene quindi bere regolarmentea piccole quantità d’acqua durante tutta la giornata tenendo conto che l'organismo necessita giornalmente di circa 2 litri e mezzo di acqua in condizioni di riposo. Questo quantitativo viene raggiunto attraverso l'assunzione di circa un litro e mezzo di acqua e il restante viene in parte assunto con i cibi ed in parte generato dall’organismo stesso attraverso i processi biochimici legati al proprio metabolismo interno. Ma rimane ovviamente essenziale recuperare un efficiente stimo alla sete attraverso un radicale cambiamento nello stile alimentare che anche in questo contesto diventa fondamentale per il mantenimento di una salute migliore. Infatti se prendiamo in considerazione anche solo alcuni aspetti legati alla relativa disidratazione del nostro organismo ci rendiamo conto di quanto delicato sia il tema del giusto apporto idrico per il nostro organismo. Ad esempio se l’assunzione idrica è insufficiente l’acqua non arriva nell'intestino in quantità tale da nutrire completamente la flora e da reidratare la mucosa intestinale con la conseguente comparsa di deficit funzionali della mucosa stessa e perdita di vitamine provenienti dalla euflora intestinale. Se spostiamo la nostra attenzione all'interno dell'organismo, un deficit cronico di idratazione è in grado di danneggiare, ad esempio, le cartilaggini dlle articolazioni aprendo la strada all'artrosi.
Esistono diverse teorie in merito al momento della giornata in cui è meglio bere l’acqua. Alcuni sostengono che il momento migliore sia la mattina presto,prima della colazione. In questo senso è scientificamente accertato che bere uno o due bicchieri d’acqua al risveglio svolge un effetto lassativo. Altri affermano che l’acqua se bevuta dopo pranzo aiuta a contrastare la fatica.Va smentita, poi, una radicata credenza secondo la quale bere durante i pasti fa male alla digestione.In realtà, l’acqua a piccole dosi stimola la secrezione gastrica e berne fino a mezzo litro durante il pasto non interferisce con i tempi di digestione. L’importante, però, è che si mastichi il cibo a lungo e senza fretta prima di ingerirlo. Bere acqua tra un pasto e l’altro agevola alcune importanti funzioni dell’organismo come la diluizione del sodio ingerito con i cibi e la funzionalità intestinale e renale. Quindi dobbiamo bere spesso e a piccoli sorsi, non bere mai in fretta ed evvitarel’acqua gelata. Inoltre è necessario scegliere l'acqua adatta a ciascuno di noi. Basti pensare alla scelta dell'acqua in età pediatrica in cui il fabbisogno idrico giornaliero è notevolmente elevato. E' quindi necessario per loro un adeguato apporto idrominerale per coprire i loro fabbisogni e soddisfare le esigenze di crescita sia in condizioni fisiologiche che in corso di malattie.Per questo motivo il consumo di acqua dovrebbe essere cospicuo fin dai primi mesi di vita e aumentare rapidamente con l’aumentare dell’età dei bambini. Le acque minerali consentono difatto una comprovata sicurezza di impiego, legata a una composizione costante, come indicato in etichettae e ai controlli periodici. Il confezionamento delle acque stesse poi, nel rispetto di norme igieniche,è tale da garantire una perfetta conservazione delle fondamentali caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche.
È quindi importante sapere come vengono classificate le acque minerali per conoscere i loro principali requisiti e di conseguenza consigliarne l’impiego nelle diverse situazioni fisiologiche o patologiche. Le acque minimamente mineralizzate ed oligominerali, in età pediatrica,trovano una indicazione al loro utilizzo nella ricostituzione del latte formulato e nella diluizione del latte vaccino. Infatti, grazie alla loro ipotonicità, esercitano una notevole azione solvente, migliorandola dispersione dei lipidi contenuti nel latte. Inoltre determinano una minore osmolarità delle miscele lattee e quindi un minore carico renale di soluti. Le acque minimamente mineralizzate ed oligominerali possiedono anche un potere tampone significativamente minore rispetto alle acque mediominerali e minerali propriamente dette e di conseguenza richiedono un minore impiego per raggiungere il pH ottimale per l’attività peptica. Ma la scelta dell'acqua corretta è anche importante in altri momenti della vita, soprattutto se ci sono problemi di calcolosi renale o una predisposizione alla calcolosi, facilmente identificabile iridologicamente. Basti pensare che circa un milione di italiani soffre di questa malattia, che interessa
tutte le fasce d’età, ma diviene più frequente dopo i 65 anni. Cura e prevenzione si basano su una alimentazione corretta limitando i cibi ad elevato contenuto di proteine animali (Carne, acciughe, crostacei, fegato e selvaggina) evitare bevande
alcooliche , thè, succhi di frutta ma soprattutto bere molta, molta acqua, non meno di 2 litri nella stagione fredda e tre nella stagione calda perchè l’obiettivo è quello di eliminare almeno due litri al giorno di liquidi con le urine. La restante quota va frazionata nel corso della giornata, avendo cura di bere 1 bicchiere prima di coricarsi. Fra le acque minerali in commercio sono da preferire quelle a basso residuo fisso e povere di sodio. Sono quindi indicate acque minimamente mineralizzate
ed oligominerali le quali non hanno la funzione di solubilizzare i fosfati e ed ossalati che formano i calcoli bensì di favorire la loro eliminazione. Fra queste l’acqua di Fiuggi sembra possedere anche proprietà disgreganti il calcolo per
la presenza nell’acqua di una particolare molecola, chiamata “acido fulvico”.
Molta attenzione deve essere posta alla prevenzione delle recidive, infatti a 1 anno dal primo episodio si ha una ricaduta nel 10% dei pazienti e a 5 anni la percentuale
di persone che ha formato nuovi calcoli sale al 50%. Fondamentale quindi mantenere
l’abitudine di bere sempre non meno di 2 litri di acqua al giorno. Per concludere possiamo ricordare che numerose malattie cardiovascolari, come molte altre affezioni che presentano un andamento degenerativo- progressivo, riconoscono fattori predisponesti sia di tipo ereditario familiare che ambientale e comportamentale. Un miglioramento dello stile di vita che comprende una corretta alimentazione una costante attività fisica , l’abolizione del fumo, la riduzione di alcool e caffè, il controllo del peso corporeo e l’eventuale impiego di integratori specifici sono importanti per prevenire queste patologie. Tra le strategie che si devono adottare in prevenzione a tali patologie possiamo inserire anche l’impiego delle acque minerali.
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