Centro Studi Naturopatici

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mercoledì 22 agosto 2018

BUONA ACQUA A TUTTI!


 

“Il tasso di mortalità per ogni tipo di malattia e in particolare ... affezioni cardiovascolari e cancro, è direttamente legato alla qualità dell’acqua distribuita alla popolazione. Esso cresce in modo particolare quando le acque sono molto mineralizzate e rese potabili artificialmente dopo trattamento fisico ed aggiunte di prodotti chimici ossidanti”

Luis Claude Vincent

 

L’acqua è la sostanza fondamentale per la vita sul nostro pianeta e per il benessere  del nostro organismo che è composto in una percentuale variabile dal 90% da acqua nei bambini fino al 60% in età adulta. L’acqua è il solvente fondamentale per tutte le nostre funzioni vitali come ad esempio lo svolgimento del processo digestivo attraverso l’azione dei succhi gastrici e degli enzimi, la regolazione dell temperatura corporea attraverso il sudore, lo scambio delle sostanze nutritive dall’esterno all’interno delle cellule,  lo svolgersi delle  trasmissioni bioelettriche attraverso le membrane cellulari. Per questo motivo Il nostro organismo possiede un efficace sistema di gestione dell’equilibrio idrico per cui per ogni perdita di acqua dovuta a sudore, urina ecc si dovrebbe attivare  il segnale della sete che ci indica di reintegrare l’acqua consumata. Spesso ciò non avviene perchè il nostro stile di vita e alimentare fa sì che ci “dimentichiamo” di bere e creiamo così le condizioni per una disidratazione progressiva del nostro organismo. Noi possiamo reintegrare l’acqua sia direttamente, bevendo, sia indirettamente attraverso l’assunzione degli alimenti,  di origine vegetale e animale che ne contengono al loro interno. Inoltre l’organismo produce una quota di acqua definita come “acqua metabolica” provveniente dalle reazioni biochimiche che avvengono costantemente nel nostro organismo. In media, per mantenere un giusto equilibrio idrico dobbiamo introdurre circa 2,5 litri di acqua ogni giorno di cui 1,5 litri sotto forma di acqua e 1 litro attraverso l’assunzione di alimenti ricchi di questo elemento. L’acqua che possiamo utilizzare non è tutta uguale anzi! Per questo motivo dovremmo prendere in considerazione attentamente se l’acqua che introduciamo risulta essere di qualità.

Ma  cosa si intende comunemente per  qualità dell’acqua?

La qualità per la legge italiana viene  definita come la rispondenza ad un riferimento, ad una normativa alla quale un determinato prodotto deve sottostare. Nel caso specifico dell’acqua destinata al consumo umano lo standard è rappresentato dal Decreto Legislativo 31/2001 che è  attuazione della direttiva comunitaria 98/83. Tale decreto prevede che le caratteristiche di un’acqua siano definite dal soddisfacimento di 54 parametri: 2 “microbiologici”, 28 “chimici” (elementi indesiderabili e tossici, per i quali sono fissati limiti imperativi di concentrazione), 21 “indicatori” (elementi per i quali sono stabiliti valori consigliati che non dovrebbero essere superati) e 3 di “radioattività”. Dal punto di vista legislativo, quindi, un’acqua è considerata di qualità se soddisfa dei canoni, condivisi a livello comunitario, di natura igienico-sanitaria. Tali parametri riguardano gli aspetti microbiologici e chimico fisici. Una buona acqua da bere infatti deve essere sicura, ovvero non contenere microrganismi o sostanze in grado di nuocere alla salute umana. Questa può essere definita come la qualità istituzionale dell’acqua dato che è completamente misurabile e quantificabile. Tuttavia la qualità complessiva di un’acqua è determinata anche da altri aspetti che possono essere legati per esempio all’impatto ambientale che l’acqua che beviamo può determinare, ossia al consumo di risorse materiali, di energia e di produzione di rifiuti . Tale aspetto è particolarmente critico per le acque in bottiglia a causa del notevole impatto ambientale richiesto dalla produzione dei contenitori in plastica, dal loro smaltimento e dal trasporto a distanza dell’acqua confezionata. E’ ovvio che anche le acque di acquedotto hanno un impatto ambientale, seppur diverso e minore rispetto a quelle in bottiglia. Esso è dovuto ai materiali di rifiuto che si producono nei trattamenti di potabilizzazione, ai reagenti chimici utilizzati, all’energia richiesta dagli impianti e dalle perdite idriche che avvengono lungo la rete di distribuzione. Ma per il consumatore la qualità dell’acqua che utilizza per il suo sostentamento non può e non deve tenere conto solo di questi aspetti perchè l’acqua da bere deve essere anche “buona”, gradevole, senza sapori e odori estranei. Un concetto tanto semplice da essere ovvio. Ed è proprio questa la principale criticità che viene evidenziata  per  l’acqua di acquedotto, sicura dal punto di vista sanitario ma troppo spesso carente nei caratteri organolettici quali il sapore determinato dai residui di disinfettanti a base di cloro usati comunemente per la potabilizzazione. Sembrerebbe che a questo punto tutti gli aspetti relativi alla qualità dell’acqua ad uso potabile siano stati trattati nel presente articolo......ma per la naturopatia  non è così! Devono essere considerati anche altri parametri che ci possono guidare per la scelta dell’acqua più idonea alla nostra salute. Le cellule infatti  vivono e respirano scambiando nutrienti con l’ambiente in cui sono immerse.
Se questo è pulito ed energeticamente equilibrato, esse godranno di un efficiente apporto di nutrienti, una buona vitalità, una notevole capacità di autorigenerarsi e guarirsi. Al contrario, un ambiente squilibrato, ossidato ed elettrochimicamente sbilanciato, carico di tossine, causerà un progressivo indebolimento delle cellule fino alla comparsa di disturbi cronici e disfunzioni più o meno gravi. Il fatto che l’acqua sia idonea da un punto di vista chimico fisico, microbiologico e organolettico non ci dice molto sulla vitalità vibrazionale di questo elemento tanto importante ed indispensabile per la nostra salute. Ma esiste un metodo scientifico per misurare la vitalità vibrazionale dell’acqua? Ebbene sì da oltre sessanta anni esiste una metodica scientifica sperimentata in Francia dall’ingegnere idrologo Luis Claude Vincent e definita metodo della bioelettronica di Vincent (BEV). Se la medicina ufficiale si occupa in particolare dello studio e dell’analisi chimica e strutturale di campioni biologici, la bioelettronica rivolge i suoi studi verso i fattori espressamente più elettrici, elettromagnetici ed energetici delle soluzioni, proponendosi come strumento con un’area d’azione differente e complementare rispetto alle altre metodiche già conosciute. Questa tecnica di analisi è poco nota e ancor meno applicata in Italia, mentre in altri Paesi, essa è riconosciuta dal Sistema Sanitario pubblico e considerata come una tecnica sanitaria che ha un fondamento certo e scientificamente provato. Essa utilizza dei parametri chimico fisici che possiamo rilevare nelle etichette delle acque minerali  e precisamente : il PH l’ossidoriduzione rH2 e la Resistività elettrica Rò. Nelle bottiglie di acque minerali possiamo rilevare in etichetta il Ph e la conducibilità da cui possiamo ricavare la resistività Rò mentre l’ossidoriduzione  non viene riportata perchè considerata meno attendibile ma spesso reperibile nelle analisi complete riportate nei siti ufficiali delle case produttrici di acque minerali. Secondo la metodica BEV l’acqua potabile dovrebbe avere i seguenti valori:


In sintesi, secondo la metodica BEV, l’acqua da bere dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche: Valori
 
 
Limiti
nazionali di legge
 
 
Ideali
BEV
Inquinamento microbiologico
Assente;
talora consentito in tracce
Assente
 
 
Inquinamento da metalli pesanti e altre sostanze inquinanti
Consentite tracce
assente
Residuo fisso
1500 mg/l
< 120 mg/lt
 
pH
Tra 5.6 e 9
Tra 6,2 e 6,8
 
Ossidoriduzione
Non
determinata
Coefficiente Redox
tra 25 e 28
 
Resistività *
Non determinata
> 6.000 Ω (Ohm/cm)
 

 

(*): Se un’acqua ha le caratteristiche di cui sopra, ma non la resistività ideale, secondo la metodica BEV, benché tale acqua sia legalmente potabile, a lungo andare non nutre, anzi, potenzialmente potrebbe danneggiare le nostre cellule.

 


Nella metodica BEV, questi tre dati vengono rappresentati in un foglio di lettura (vedi sopra), diviso in quattro quadranti. Il quadrante in basso a sinistra è definito acido ridotto, quello in alto a sinistra acido ossidato. In basso a destra alcalino ridotto, in alto a destra alcalino ossidato. Nella zona centrale sussistono i valori vitali pertanto più la correlazione di questi parametri ci porta verso il centro più l’acqua sarà vitale per l’organismo. I nostri tessuti ,che sono fatti per lo più da acqua, sono destinati ad orientarsi con il tempo  verso il riquadro alcalino ossidato che è un terreno potenzialmente ideale per le patologie cronico degenerative. Quindi una alimentazione ed una idratazione ottimale anche da un punto di vista energetico vibrazionale ci aiuterà a mantenere un terreno acido ridotto che compenserà questa tendenza. Per esempio prendiamo in considerazione due acque minerali proviamo a metterle a confronto rispetto ai valori ideali di BEV. Possiamo constatare che la Plose è migliore della Sant.anna di Vinadio secondo il metodo BEV.

 


In sintesi, secondo la metodica BEV, l’acqua da bere dovrebbe possedere le seguenti caratteristiche: Valori
 
Ideali
BEV
 
Esempio:
Plose
 
Esempio:
S. Anna di
Vinadio
Inquinamento microbiologico
assente
assente
assente
Inquinamento da metalli pesanti e altre sostanze inquinanti
assente
assente
assente
Residuo fisso
< 120 mg/lt
21 mg/l
39,2mg/l
 
pH
Tra 6,2 e 6,8
6,6
7,4
 
Ossidoriduzione
Coefficiente Redox
tra 25 e 28
27
(dichiarata in etichetta sul sito internet “acquaplose.it”)
>25
Non dichiarata
 
Resistività*
 
> 6.000 Ω (Ohm/cm)
 
35.000 Ω
 
15197 Ω
 
 

 

A conferma della validità del metodo, sono stati pubblicati oltre un milione e mezzo di analisi, da più di trent’anni, in numerosi Paesi del mondo. I dati che sicuramente risultano essere reperibili e che ci danno una buona approssimazione sulla qualità dell’acqua sono il PH, il residuo fisso e la conducibilità in microsimens per cm convertibile in resistività espressa in Ohom/cm dividendo il numero 1.000.000 per il numero indicato in etichetta (micro Siemens/cm)

Tuttavia al fine della nostra valutazione casalinga del valore vibrazionale ed energetico della nostra acqua  ,fatti salvi i valori di potabilità, e accertato un buon pH, ciò che conta veramente è il valore della resistività elettrica dell’acqua perchè le nostre cellule possono impoverirsi di capacità di scambio elettromagnetico, non acquisendo elettroni vitali e quindi ossidandosi. Tale “nutrimento” è importante, ma poco considerato o non considerato del tutto da certi settori della scienza moderna, anche medica. Per migliorare la qualità dell’acqua che beviamo abbiamo due possibilità:

 

1)    Acquistare acque che presentino i parametri BEV ottimali

2)    Modificare la qualità vibrazionale ed energetica dell’acqua di casa adottando metodiche in grado di migliorare i parametri BEV della nostra acqua del sindaco

 

.... Ma questo sarà argomento del prossimo articolo. Buona giornata a tutti

 

 

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